ORIENTAMENTO – DOMANDE FREQUENTI 

 

FAQ generali – FAQ inclusione DVABESDSA
FAQ AFM – FAQ LS tedesco – FAQ IPSSAS – FAQ IPSMAT 

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FAQ GENERALI

1. Come ci si iscrive alla scuola secondaria di secondo grado?
Esclusivamente online dalle ore 8:00 del 4 gennaio 2021 alle ore 20:00 del 25 gennaio 2021 accedono al sistema “Iscrizioni on line”, disponibile sul portale del Ministero dell’Istruzione www.istruzione.it/iscrizionionline/ utilizzando le credenziali fornite tramite la registrazione che è possibile avviare già a partire dalle ore 9:00 del 19 dicembre 2020. Coloro che sono in possesso di un’identità digitale (SPID) possono accedere al servizio utilizzando le credenziali del proprio gestore.
2. Ho poca dimestichezza con le moderne tecnologie. Come posso fare?
Previo appuntamento con la segreteria didattica dell’Antonietti o con la segreteria della scuola di primo grado di appartenenza è prevista assistenza alle famiglie per l’iscrizione online. 
3. Devo indicare due preferenze?
Assolutamente sì. Se nell’indirizzo prescelto vi fosse un numero di richiedenti superiore al numero consentito per ogni classe o agli spazi offerti dall’istituto si terrà conto dei “criteri per la priorità delle iscrizioni” pubblicati sul sito della scuola antoniettieo.edu.it sezione “La scuola/regolamenti”. Nel caso in cui non fosse possibile accettare la domanda di iscrizione si terrà conto della seconda scelta per l’eventuale “riorientamento”.
4. Come posso sapere se mio/a figlio/a è stato/a accettato presso l’istituto e l’indirizzo prescelti?
Dopo avere inserito i dati dell’allievo, si riceve conferma di avvenuto inserimento degli stessi e non dell’iscrizione all’indirizzo prescelto. Entro metà marzo si riceve conferma dell’iscrizione all’indirizzo prescelto o una proposta di riorientamento verso altro indirizzo in caso di sovrannumero tenuto conto della seconda scelta e dei “criteri per la priorità delle iscrizioni”.
5. Quali sono i criteri per la priorità delle iscrizioni?
In base al numero di iscritti nelle classi prime, anche tenuto conto di possibili ripetenti ai quali garantire il proseguimento degli studi nell’Istituto nonché del numero di classi concesse in funzione degli spazi, si elencano i criteri di priorità:
A. studenti che hanno sorelle/fratelli già frequentanti la scuola;
B. comune di residenza:
• comune di Iseo;
• residenza nell’ambito 9* (Sebino, Franciacorta e Sud Ovest bresciano)
• allievi provenienti dagli altri ambiti della Provincia di Brescia e dai comuni della Provincia di Bergamo;
C. se, dopo aver applicato i primi due criteri si supera il numero massimo di iscritti per un determinato indirizzo, a parità di bacino di utenza di provenienza si procede come segue:
• coerenza con il consiglio orientativo;
• sorteggio nel caso in cui il consiglio orientativo non coincida con la scelta della famiglia riguardo l’ordinamento di studi richiesto.
Qualora risultasse impossibile accogliere tutte le richieste relative a specifici indirizzi si procede come segue:
A. si interviene a partire dalle classi dell’indirizzo che presenta il minor numero di studenti ‘residui’ previsti in base ai criteri di formazione delle prime determinati da MIUR e USR Lombardia;
B. si applicano i criteri 1, 2, 3 sopra delineati agli specifici indirizzi di studio in sofferenza;
C. si convocano i genitori degli studenti non accettati all’interno degli indirizzi di studio prescelti al fine di:
• raggiungere una redistribuzione spontanea su classi prime di indirizzi diversi, ma analoghi, della scuola;
• reindirizzare gli studenti verso altri istituti che possono assicurare un’offerta formativa identica / equivalente / analoga a quella richiesta.
6. Quali sono i comuni dell’Ambito 9 - Sebino, Franciacorta e Sud Ovest bresciano?
Adro, Capriolo, Castegnato, Castelcovati, Castrezzato, Cazzago San Martino, Chiari, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco (Ic Cologne), Iseo, Marone (Ic Sale Marasino), Montisola (Ic Sale Marasino), Monticelli Brusati (Ic Ome), Ome, Ospitaletto, Paderno (Ic Passirano), Palazzolo, Paratico (Ic Iseo), Passirano, Pontoglio, Provaglio D’iseo, Rodengo-Saiano, Rovato, Rudiano, Sale Marasino, Travagliato, Trenzano.
7. Mio/a figlio/a è diversamente abile, come posso scegliere l’indirizzo più adatto?</p> <p>
La Funzione Strumentale referente prende accordi con le famiglie, sentito il parere dei docenti della scuola di provenienza, in base anche alla gravità della patologia
8. Mio/a figlio/a è DSA certificato, a chi devo segnalare la sua condizione?
La documentazione deve essere presentata in segreteria didattica dove sarà registrata, esaminata da chi di dovere e presentata al consiglio di classe che concorderà le misure da adottare. Il tutto nel rigoroso rispetto della privacy.
9. È possibile assistere a lezioni presso l’istituto, in modalità mini-stage? <br />
L’istituto non prevede “mini stage”. Di fatti, fine aprile-inizio maggio, l’istituto organizza “laboratori” nel corso dei quali i ragazzi delle classi 2^ dell’ambito 9 delle scuole che aderiscono, partecipano in orario antimeridiano e accompagnati dai propri docenti, ad alcune attività laboratoriali con la presenza degli allievi dell’istituto.

  

FAQ AFM 

1. All’atto dell’iscrizione, si sceglie già l’indirizzo che si vorrà frequentare al triennio?
No, la scelta dovrà essere effettuata attorno al mese di febbraio della classe seconda e, in base alle preferenze, si provvederà all’attivazione dei vari indirizzi. In ogni caso, vi saranno incontri informativi prima della conferma della scelta dei tre indirizzi: AFM, RIM, SIA.
2. Che cosa succede se l’istituto non attiva l’indirizzo prescelto per mancanza di iscritti?
Il primo biennio essendo unico per tutti, l’allievo/a può scegliere un altro indirizzo tra quelli attivati all’interno dello stesso istituto oppure iscriversi in un’altra scuola che abbia attivato l’indirizzo prescelto.  Negli ultimi tre anni, all’Antonietti, sono stati attivati i tre i corsi, creando una classe articolata. 
3. Quali sono le competenze essenziali per affrontare serenamente l’indirizzo AFM, specie nel primo biennio?
Sicuramente una predisposizione per l’asse Matematico-Scientifico-Tecnologico poiché già nel primo biennio, 1/3 dell’orario settimanale riguarda quell’asse: Economia Aziendale, Matematica e Scienze. 
4. Quali sono le lingue straniere proposte dall’Istituto per il corso AFM?
Per tutti gli istituti, la prima lingua straniera è l’inglese (3 ore settimanali).  Attualmente, le seconde lingue proposte all’Antonietti sono francese o tedesco in base anche al numero di iscrizioni per tale lingua. La terza lingua proposta per l’indirizzo RIM (secondo biennio e quinto anno) è lo Spagnolo. 

  

FAQ LS TEDESCO 

1. Quante ore settimanali sono previste per l'insegnamento del tedesco al LS?)
tre ore settimanali in aggiunta alle ore previste (27 + 3 per biennio, 30 + 3 per triennio) 
2. Come è organizzato l'orario in una classe articolata?
Solitamente le lezioni del gruppo di tedesco si tengono in coda alle ore delle discipline comuni a tutti gli alunni. 
3. L'erogazione dell'insegnamento è garantita per il quinquennio?
Si. 
4. Qual è l'offerta formativa per tedesco al LS?
“Biennio: apprendimento dei fondamenti della lingua (strutture, lessico) nonché sviluppo delle competenze linguistiche (comprensione scritta e orale, produzione scritta e orale, interazione orale) e trasversali (competenze chiave). Livello QCER A2/A2+ .
Classe terza: apprendimento dei fondamenti della lingua (strutture, lessico) nonché sviluppo delle competenze linguistiche (comprensione scritta e orale, produzione scritta e orale, interazione orale) e trasversali (competenze chiave); approccio alla storia e alla letteratura degli inizi. Livello QCER A2+/B1. 
Ultimo biennio: letteratura e storia tedesche. Affinamento delle conoscenze linguistiche con taglio storico letterario. Livello QCER B1/B1+
5. Tedesco sarà materia di Esame di Stato?
No. Si tratta di incremento dell’offerta formativa che verrà certificato nel curricolo dello studente e della studentessa in vigore da quest’anno. 
6. E' possibile conseguire certificazione linguistica lungo il percorso?
All’interno del percorso, soprattutto in classe quarta, sarà offerta la possibilità agli alunni, su base volontaria, di sostenere un esame di certificazione linguistica presso ente accreditato

  

FAQ IPSSAS 

1. Quali sono le materie di indirizzo ?
Psicologia, igiene e cultura medico sanitaria, metodologie operative, diritto-economia e tecnica amministrativa del settore socio-sanitario 
2. Quante ore si studia al giorno?
Dipende da ciascuno. Se mi interessa la sufficienza può bastare stare attento a scuola e studiare un paio d’ore; se voglio avere voti più alti devo studiare di più; nel triennio in particolare. 
3. Cos'è metodologie operative?
È una delle discipline di indirizzo che caratterizza questo corso di studi. Durante queste ore si studiano i servizi socio-sanitari  del nostro territorio e si imparano alcune tecniche di animazione facendo lavori manuali.    
4. Si possono scegliere le lingue straniere?
No. Nella nostra scuola si studiano inglese e francese. 
5. Come si sviluppa il percorso durante gli anni?
I cinque anni sono strutturati in un primo biennio con 18 ore dedicate alle discipline dell’area comune e 14 alle discipline dell’area di indirizzo; a partire dal terzo anno le discipline dell’area comune ne hanno 14 e quelle dell’area di indirizzo 18. 
6. Quante ore si fanno alla settimana?
32 ore. Nel primo biennio ci sono 6 ore di compresenza, ovvero l’insegnante della materia è affiancato da un insegnante tecnico-pratico 
7. Si può raggiungere la scuola con il treno?
Si la scuola è vicina alla stazione, molti dei nostri studenti arrivano in treno.   
8. Come si chiama adesso l’alternanza scuola-lavoro?
Adesso è PCTO: progetto per le competenze trasversali di orientamento  
9. Cosa si fa per i PCTO?
Dal terzo anno in poi si fanno 3 settimane all’anno presso le strutture socio sanitarie del nostro territorio quali scuola dell’infanzia, RSA, centri per soggetti con disabilità. Ogni anno si conosce una realtà diversa e obbligatoriamente si devono fare tutte e tre le esperienze con i bambini, con i soggetti affetti da disabilità e con gli anziani. 

 

FAQ IPSMAT (a cura degli studenti di 1M)

1. Quali materie ci saranno?
Le materie che si incontreranno nel corso di studio si distinguono in due categorie, quelle dell’area comune: italiano, inglese, matematica, geografia, storia, diritto scienze motorie e IRC e quelle dell’area di indirizzo: fisica, chimica, informatica, tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica, laboratori tecnologici ed esercitazioni, tecnologie meccaniche ed applicazioni, tecnologie elettrico-elettroniche ed applicazioni, tecnologie e tecniche di installazione e manutenzione. 
2. Quanti anni dura?
Il corso IPSMAT dura 5 anni 
3. Che cos’è l’alternanza scuola-lavoro?
 Ora si chiama PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) e intende dare agli studenti la possibilità di effettuare una fase della propria formazione presso un’azienda, un’impresa, un ente territoriale, ecc. Il PCTO oltre a favorire un avvicinamento al mondo del lavoro punta molto sulle competenze trasversali che sono quelle che permettono allo studente di raggiungere maggiore consapevolezza sulle scelte riguardanti il proprio sviluppo personale 
4. Che differenza c’è tra un istituto tecnico e un professionale?
4. Che differenza c’è tra un istituto tecnico e un professionale? Gli Istituti tecnici offrono agli studenti una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico in settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese. Gli istituti professionali offrono agli studenti una solida base di istruzione più generale e tecnico-professionale e sviluppano le competenze necessarie per rispondere alle esigenze formative del settore produttivo di riferimento. Gli istituti professionali insegnano agli studenti una professione. 
5. Quante ore di lezione ci sono a settimana?
 32h a settimana 
6. Quali tipi di laboratori ci sono?
 Laboratorio di sistemi, laboratorio macchine (officina), laboratorio autocad, laboratori di informatica, laboratorio di fisica, laboratorio di chimica. 
7. Qual è la differenza tra l’IeFP e l’istituto professionale (IPS)?
La differenza più grande riguarda la durata: l’IeFP dura tre anni, l’IPS 5 anni 
8. Quante ore ci sono in un giorno?
Ci sono giorni di 5h di lezione e giorni di 6h di lezione. L’unità oraria è di 50 minuti 
9. Dopo aver superato la classe prima si può ricominciare dalla seconda cambiando scuola/ indirizzo?
 Si può cambiare scuola e/o indirizzo ricominciando dalla seconda a patto che si sostengano e si superino le prove integrative (esami), generalmente nel mese di settembre, delle materie presenti nella nuova scuola e/o indirizzo che non si sono frequentate nel corso di studi precedente. 
10. Si utilizzerà AUTOCAD per meccanica?
 Sì, è previsto l’insegnamento e l’uso del programma AUTOCAD 
11. Alla fine dei cinque anni cosa si sarà in grado di fare?
Gli studenti avranno acquisito le competenze necessarie per occuparsi dell’installazione, della manutenzione e del collaudo di impianti e degli apparati tecnici appartenenti a vari settori.  
12. Ci sono dei momenti di socializzazione?
 All’inizio della prima, tra le numerose attività di accoglienza, ne sono previste alcune che mirano proprio alla socializzazione tra gli studenti. Poi nel corso degli anni si possono frequentare dei laboratori per socializzare ulteriormente. La pausa di socializzazione (intervallo) è prevista quotidianamente intorno le ore 11. 
13. In questa scuola c’è il bar?
Sì, all’interno dell’Istituto c’è il bar e sono presenti anche i distributori automatici di bevande calde e fredde e di cibi. 
14. Che cosa sono le compresenze?
Vuol dire che il docente curricolare, quello della disciplina d’indirizzo, è affiancato da un insegnante tecnico pratico 

 

FAQ DVA 

1. Abbiamo un figlio con disabilità certificata dalla Legge 104/92: come scegliere la scuola più adatta?
Prima dell’iscrizione, è opportuno:

• confrontarsi con la scuola frequentata per conoscere tutte le iniziative proposte per l’orientamento e l’accompagnamento degli alunni che effettueranno il passaggio alla scuola secondaria di secondo grado;

• avvalersi del supporto di figure presenti nella scuola per l’inclusione e l’orientamento;

• partecipare alle iniziative di orientamento, anche online, proposte per tutti gli alunni informandosi sui percorsi e i progetti in atto nella scuola per favorire l’inclusione;

• prendere visione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) pubblicato sul nostro sito;

• chiedere un colloquio con il Dirigente della scuola prescelta, o con un suo

delegato, per un confronto sul futuro percorso, sui supporti attivabili per un’adeguata integrazione, sulle opportunità sociali e culturali offerte dalla scuola e dal territorio.

2. Per iscrivere un alunno con disabilità certificata con la Legge 104/1992 cosa si deve fare?
Per gli studenti con disabilità certificata Legge 104/92, l’iscrizione effettuata on line va perfezionata con la presentazione alla scuola prescelta della certificazione rilasciata dalle ATS di competenza consistente in:

•Verbale del Collegio per l’individuazione dell’alunno in situazione di handicap ai sensi del DPCM n.185/2006 e diagnosi funzionale.

Controllare che il verbale sia in corso di validità.

Il profilo di funzionamento, di cui all’articolo 5, comma 3, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66 come modificato dal decreto legislativo 7 agosto 2019, n. 96, sarà trasmesso alla scuola dalla famiglia subito dopo la sua predisposizione.

3. Un alunno con disabilità certificata che non ha sostenuto gli esami conclusivi del primo ciclo (ex terza media), può iscriversi alla scuola secondaria di secondo grado?
Solo per gli alunni che non si presentano agli esami del diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione (ex terza media) è previsto il rilascio di un attestato di credito formativo valido per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo grado ai soli fini dell’acquisizione di ulteriori crediti formativi.

Gli alunni che non si sono presentati agli esami non possono ripetere la terza classe di scuola secondaria di primo grado, ma possono assolvere l’obbligo di istruzione nella scuola secondaria di secondo grado.

Nostro figlio con disabilità ha più di 18 anni: possiamo iscriverlo alla classe prima della scuola secondaria di secondo grado?

Tutti gli allievi che hanno compiuto i 18 anni prima dell’inizio del primo anno della scuola secondaria di Secondo grado, devono iscriversi ai corsi serali. Chi invece ha iniziato a frequentare la scuola secondaria di secondo grado del mattino prima del compimento del 18° anno di età, ha diritto a concludere il percorso nella scuola del mattino anche dopo aver compiuto 18 anni.

Nei corsi per adulti gli alunni con disabilità hanno garantiti tutti i diritti previsti per i corsi del mattino.

4. Nostro figlio con disabilità conseguirà il diploma di maturità alla fine della scuola secondaria di secondo grado?
Nella scuola secondaria di secondo grado agli studenti con disabilità viene garantita la frequenza, ma non sempre il conseguimento del titolo di studio. Per loro, e solo nella scuola secondaria di secondo grado, sono pertanto possibili due percorsi distinti:

– uno semplificato per obiettivi minimi, (PEI semplificato) che dà accesso l’ultimo anno di superiori ad un diploma di maturità con valore legale

– uno differenziato che, che nell’ultimo anno di superiori, permette di avere un attestato che certifica le competenze acquisite, ma non un diploma di maturità.

Il PEI deve comunque essere firmato e quindi approvato dai genitori. Nel corso degli anni della scuola superiore si può passare da un PEI semplificato (per obiettivi minimi) ad un PEI differenziato e viceversa (sempre che lo studente possa affrontarne le difficoltà).

5. Trascorsi i primi giorni ci rendiamo conto che la scuola scelta non risponde al progetto formativo di nostro figlio con disabilità: cosa fare?
“Il cambio scuola dovrebbe essere l’ultima possibilità, prima andrebbe chiarito perché il progetto non può più essere realizzato. A questo punto è importante seguire con attenzione il percorso del passaggio alla scuola secondaria di II grado e valutare con i docenti di riferimento le caratteristiche e le potenzialità del ragazzo. È opportuno prendere contatti con il referente dell’orientamento e quello per l’inclusione della scuola scelta per preparare un percorso di accompagnamento che tenga conto dei bisogni reali dello studente.

Scegliere quindi la scuola con attenzione è fondamentale perché esiste la reale difficoltà, a seguito di un eventuale cambio, di assicurare le risorse necessarie (docenti di sostegno, assistenti personali).

6. Chi è il docente per il sostegno?
L’insegnante per le attività di sostegno è un insegnante specializzato assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di inclusione. Non è pertanto l’insegnante dell’alunno con disabilità, ma una risorsa professionale assegnata alla classe per rispondere alle maggiori necessità educative che la sua presenza comporta. Le modalità di impiego di questa importante (ma certamente non unica) risorsa per l’integrazione, vengono condivise tra tutti i soggetti coinvolti (scuola, servizi, famiglia) e definite nel Piano Educativo Individualizzato (PEI). 
7. Quali sono i compiti dell’insegnante di classe rispetto all’inclusione degli alunni con disabilità?
Ogni insegnante ha piena responsabilità didattica e educativa verso tutti gli alunni delle sue classi, compresi quindi quelli con disabilità. Dovrà contribuire alla programmazione e al conseguimento degli obiettivi prefissati, didattici e/o educativi, e sarà chiamato di conseguenza a valutare i risultati del suo insegnamento. Poiché l’alunno con disabilità segue dei percorsi di apprendimento personalizzati e/o individualizzati, i reali compiti del docente di classe vanno necessariamente definiti nel quadro di un Piano Educativo Individualizzato. La precisa formulazione degli obiettivi da parte di ciascun insegnante garantisce la chiara definizione delle attività anche per l’alunno con disabilità e nei confronti della famiglia e degli altri soggetti coinvolti in eventuali forme di supporto logistico/organizzativo. 
8. Quali sono i compiti del Dirigente Scolastico rispetto all’inclusione degli alunni con disabilità?
È responsabile dell’organizzazione dell’inclusione degli alunni con disabilità e della vigilanza sull’attuazione di quanto deciso nel Piano Educativo Individualizzato. L’organizzazione comprende l’assegnazione degli alunni con disabilità alle varie classi, la definizione degli orari, la pianificazione degli incontri di progettazione, la gestione di tutta la documentazione formale e, in generale, il coordinamento delle varie attività che richiedono la collaborazione di più soggetti. Il Dirigente Scolastico o un suo delegato ha inoltre il compito di promuovere e incentivare attività diffuse di aggiornamento e di formazione, di valorizzare progetti che attivino strategie orientate a potenziare il processo di inclusione, di presiedere il GLI d’istituto, di indirizzare in senso inclusivo l’operato dei singoli Consigli di classe, di coinvolgere attivamente le famiglie, di curare il raccordo con le diverse realtà territoriali, di attivare specifiche azioni di orientamento per assicurare continuità nella presa in carico del soggetto, di intraprendere le iniziative necessarie per individuare e rimuovere eventuali barriere architettoniche. 
9. Quali sono i compiti dei Collaboratori Scolastici nei confronti degli alunni con disabilità?
Ai collaboratori scolastici è affidata la cosiddetta “assistenza di base” degli alunni con disabilità. Per assistenza di base si intende l’ausilio materiale agli alunni con disabilità all’interno della scuola, nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell’uscita da esse. Sono comprese anche le attività di cura alla persona, uso dei servizi igienici e igiene personale dell’alunno con disabilità. Ma non è solo questione di “accompagnarlo in bagno”. In una scuola inclusiva l’assistenza di base è parte fondamentale del processo di inclusione scolastica e attività interconnessa con quella educativa e didattica. (CM 3390/2001). 
10. Qual è il ruolo degli enti locali? Chi è L’Assistente ad Personam?
L’integrazione scolastica si avvale anche di altre figure professionali fornite dagli Enti Locali (Comune di residenza dell’alunno). Gli “operatori di assistenza” e “addetti alla comunicazione” sono figure professionali, nominate dagli Enti Locali, presenti a scuola, a supporto dell’alunno con disabilità, per consentirgli di frequentare le lezioni in modo adeguato. Essi hanno principalmente il compito di consentire all’alunno di fruire dell’insegnamento impartito dai docenti. Seguono solo lo specifico alunno e non hanno nessuna competenza sul resto della classe (Assistenti ad personam). Il compito dell’Operatore di Assistenza è chiamato anche di Assistenza Specialistica per distinguerlo dall’Assistenza di Base affidata ai collaboratori scolastici. 
11. Cos’è il piano educativo individualizzato o PEI?
Il PEI – Piano Educativo Individualizzato descrive annualmente gli interventi educativi e didattici destinati all’alunno, definendo obiettivi, metodi e criteri di valutazione. È parte integrante della programmazione educativo-didattica di classe e contiene:

•finalità e obiettivi didattici e in particolare gli obiettivi educativi, di socializzazione e di apprendimento riferiti alle diverse aree, perseguibili nell’anno anche in relazione alla programmazione di classe;

•gli itinerari di lavoro (le attività specifiche);

•i metodi, i materiali, i sussidi e le tecnologie con cui organizzare la proposta, compresa l’organizzazione delle risorse (orari e organizzazione delle attività);

•i criteri e i metodi di valutazione;

•le forme di integrazione tra scuola ed extra-scuola.

Poiché la valutazione degli alunni con disabilità è riferita al PEI, sia per quanto riguarda obiettivi che metodi e criteri di verifica, questo documento dovrà contenere in modo chiaro tutti gli elementi che consentiranno poi effettivamente di valutare gli esiti dell’azione didattica. Il PEI viene redatto all’inizio di ciascun anno scolastico ed è soggetto poi a verifica. È redatto congiuntamente dalla scuola e dai Servizi (Equipe Psico-Sociosanitaria) con la collaborazione della Famiglia.

12. Chi deve accompagnare gli alunni con disabilità in caso di viaggi di istruzione o altre attività integrative (piscina, teatro…)?
Anche in questi casi vale il principio della progettazione. Nel momento in cui si decide di organizzare un viaggio di istruzione, o altra iniziativa, per una o più classi si dovrà tener conto di tutte le esigenze: di quelle didattiche, innanzitutto, ma poi anche dei costi, della sicurezza, dei tempi e delle distanze… Se in quelle classi c’è un alunno con disabilità si progetterà il viaggio in modo che anche lui possa partecipare. Nessuna norma prescrive come debba essere accudito o da chi vada sorvegliato in queste occasioni: la scuola, nella sua autonomia, predisporrà le misure più idonee per consentire all’alunno di partecipare a questa esperienza senza eccessivi rischi o disagi. La sorveglianza pertanto può essere affidata all’insegnante di sostegno ma anche ad un altro docente, ad un operatore di assistenza, ad un collaboratore scolastico o ad altre figure, professionali o volontarie, ritenute idonee e, ovviamente, disponibili. 
13. Cosa è il GLO?
In ogni istituzione scolastica è previsto dalla L. 104/92 un GLO (Gruppo di Lavoro Operativo), riferito ad ogni singolo alunno e indica l’insieme dei soggetti chiamati a definire il Profilo Dinamico Funzionale e il PEI, ossia tutti gli insegnanti curricolari e di sostegno, gli operatori dell’ASST, i genitori. 

 

FAQ BES

14. Che cosa s'intende con Bisogni Educativi Speciali (BES)?
Il Bisogno Educativo Speciale (BES) è qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo. La Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 ricorda che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. 
15. Chi sono gli studenti con BES?
Ormai da anni gli alunni che hanno una certificazione clinica o di disabilità hanno un PEI o un PDP che garantisce loro il diritto ad una programmazione personalizzata e all’uso degli strumenti compensativi e dispensativi. Ma le difficoltà che gli insegnanti incontrano in aula sono ancore molte. Per permettere alle scuole di tutelare il diritto all’apprendimento di ogni singolo studente, il ministero ha creato una macrocategoria: “gli alunni con BES”, in cui vengono inclusi oltre agli alunni con disabilità e disturbi evolutivi specifici, anche tutti quegli studenti non certificati che hanno bisogni educativi che richiedono risposte tempestive a causa di svantaggi socioeconomici, culturali e-o linguistici. Per esempio, gli alunni stranieri, i disturbi del linguaggio, della condotta e del comportamento, alunni con difficoltà emotive. 
16. Nostro figlio presenta difficoltà diverse da disabilità e DSA: cosa dobbiamo fare dopo l’iscrizione on line?
Eventuali difficoltà e problematiche non certificate ai sensi della legge 104/92 (disabilità) o dalla legge 170/2010 (DSA), possono determinare la necessità di predisporre un Piano Didattico Personalizzato (PDP) funzionale alle esigenze dello studente come previsto nella Direttiva 2012 del MIUR.

La predisposizione del PDP per gli studenti con BES non certificati o con certificazioni che non rientrano nei casi previsti dalla legge 104/92 (disabilità) o dalla legge 170/2010 (DSA), è a totale discrezione del Consiglio di classe.

Il MIUR la nota 2563/2013 riconosce, infatti, massima autonomia di giudizio ai docenti che hanno il compito di stabilire autonomamente gli strumenti e le strategie di intervento che meglio rispondono alle esigenze dello studente.

È utile che la famiglia contatti la scuola per avviare al più presto un confronto con il Consiglio di Classe

  

FAQ DSA

17. Possiamo iscrivere ad un liceo linguistico nostro figlio con dislessia?
Il disturbo di apprendimento è una parte minima dello studente, le valutazioni per l’orientamento devono essere necessariamente più ampie ed articolate, vanno considerate più variabili. La lettura attenta della certificazione e il confronto con i docenti di classe possono aiutare molto nel momento della scelta del percorso più adeguato. 
18. Con un disturbo specifico in matematica, si può riuscire in un istituto tecnico?
Sì, si può riuscire, se la motivazione è molto alta e gli interessi molto specifici; si consiglia comunque di valutare complessivamente gli impegni di vita e di studio per evitare situazioni di stress eccessivo e inutile. Anche in questo caso vanno considerate variabili legate allo studio e ai tempi di apprendimento e non solo al DSA. 
19. Per iscrivere un alunno con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) cosa si deve fare?
Effettuata l’iscrizione on line, la famiglia dovrà perfezionare l’iscrizione con la presentazione alla scuola prescelta della diagnosi di DSA, rilasciata ai sensi della legge n. 170 del 2010 e secondo quanto previsto dall’ Accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012 sul rilascio delle certificazioni. La certificazione attestante diagnosi di D.S.A., non comporta l’assegnazione di insegnanti di sostegno, ma prevede la necessaria attivazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative secondo le modalità disciplinate dalla normativa. 
20. Un alunno con diagnosi di DSA esonerato dall’insegnamento della lingua straniera può iscriversi alla scuola secondaria di secondo grado?
Gli alunni con diagnosi di DSA esonerati dall’insegnamento della lingua straniera ovvero dispensati dalle prove scritte di lingua straniera in base a quanto previsto dall’articolo Il del d.lgs. 62 del 2017, conseguono titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado. 
21. Cosa vuol dire DSA?
La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Sono coinvolte in tali disturbi: l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli. Sulla base dell’abilità interessata dal disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (lettura), disgrafia e disortografia (scrittura), discalculia (calcolo).   
22. Cos’è il PDP – piano didattico personalizzato? Quando si attua?
“È chiamato in questo modo il documento di programmazione con il quale la scuola definisce gli interventi che intende mettere in atto nei confronti degli alunni con esigenze didattiche particolari ma non riconducibili alla disabilità (in caso di disabilità, come è noto, il documento di programmazione si chiama PEI, Piano Didattico Individualizzato, ben diverso per contenuti e modalità di definizione). Per gli alunni con DSA, Disturbi Specifici di Apprendimento, un documento di programmazione personalizzato (il PDP, appunto) è di fatto obbligatorio; contenuti minimi sono indicati nelle Linee Guida del 2011, come pure i tempi massimi di definizione (entro il primo trimestre scolastico). La scuola può elaborare un documento di programmazione di questo tipo per tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali qualora lo ritenga necessario. Per gli alunni con DSA, il consiglio di classe predispone il Piano Didattico Personalizzato, nelle forme ritenute più idonee e nei tempi che non superino il primo trimestre scolastico, articolato per le discipline coinvolte nel disturbo, che dovrà contenere:

1.Dati anagrafici

2.Tipologia del disturbo

3.Attività didattiche individualizzate

4.Attività didattiche personalizzate

5.Strumenti compensativi

6.Misure dispensative

7.Forme di verifica e valutazione personalizzata

23. Cosa sono gli strumenti compensativi per gli alunni con DSA?
“Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Fra i più noti indichiamo:

1.la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;

2.il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;

3.i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;

4.la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;

5.altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.

Tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo. L’utilizzo di tali strumenti non è immediato e i docenti – anche sulla base delle indicazioni del referente di istituto – avranno cura di sostenerne l’uso da parte di alunni e studenti con DSA.

24. Quali sono le misure dispensative per gli alunni con DSA?
Le misure dispensative sono interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Per esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura. Rientrano tra le misure dispensative altresì le interrogazioni programmate, l’uso del vocabolario, poter svolgere una prova su un contenuto comunque disciplinarmente significativo, ma ridotto o tempi più lunghi per le verifiche. L’adozione delle misure dispensative dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento dell’alunno o dello studente in questione.